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IL PROGRAMMA DELLA TERZA TAPPA DELLA TRAVERSATA LUNGO LA VALLE DELL'ISONZO - DA MONFALCONE A BOVEC-PLEZZO


"NEL CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA”
TRAVERSATA IN SETTE TAPPE DELLA VALLE DELL’ISONZO
SUI CAMPI DELLE BATTAGLIE DEL PRIMO ANNO DI GUERRA
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terza tappa: DOMENICA 1° MARZO 2015
IN TRAVERSATA SUL FRONTE PODGORA-OSLAVIA-SABOTINO

L’itinerario:     Lucinico (54 m), monte Calvario-Podgora (241 m), vallone delle Acque (62 m), Oslavia (172 m), valle del torrente Piumizza (94 m), rifugio del Sabotino (570 m), monte Sabotino (609 m. facoltativo). Possibile prosecuzione fino a stazione San Mauro (97 m), Salcano-Solkan (105 m).

IL PROGRAMMA DELLA GITA, indicazioni e orari:
Ritrovo dei partecipanti in piazza Oberdan.
Ore 7.00  Trieste. Partenza con la corriera. Percorsa la strada Costiera e poi la SS 55 (del vallone), si raggiunge Gorizia. Oltrepassato il ponte sull’Isonzo, sosta per il caffè in un bar nei pressi del tunnel Baruzzi. A lato parte una strada locale che percorriamo con la corriera fino ad un sottopasso della ferrovia. Siamo in periferia di Lucinico e da qui inizia il nostro itinerario.
Ore 9.00  Lucinico (punto 1). Partenza a piedi. Andati oltre la ferrovia, dopo un breve tratto orrizontale sale al margine di un panoramico vigneto fino a raggiungere la strada asfaltata che da Lucinico va verso il monte Calvario. Subito la lasciamo, per prendere una buona carrareccia che tenendosi sul colmo della dorsale ovest (il naso di Lucinico, uno dei punti più contesi nel primo anno di guerra) s’innalza arrivando allo spiazzo dove si trovano le ricostruite “Tre Croci”, il più antico simbolo goriziano del monte Calvario. Ancora un breve tratto e raggiungiamo l’ampio piazzale sommitale, dove è eretto il grande obelisco monumentale. Interessanti le sue epigrafi commemorative.
Ore 10.00 Monte Calvario-Podgora (punto 2). Ripartenza; raggiungiamo il vicino cippo onorante la memoria dei caduti giuliani e dalmati. La strada principale che scende al vallone delle acque è molto vicina ma noi, fedeli allo spirito escursionistico, scegliamo di percorrere un sentiero, all’inizio piuttosto ripido, che si tiene sempre sul culmine del crinale che, per un’anno di guerra  (luglio’15-agosto’16) è costato tante vittime. Attualmente, visto la natura arenaria della terreno, non si distinguono quasi più le trincee della linea del fronte. Il tracciato inoltre pecca di manutenzione e talvolta può risultare sia fangoso che sconnesso per l’erosione provocata dalla piogge; utilissimi in questo caso i bastoncini. Mancando la segnaletica, per non sbagliare ci si tiene sempre sulla traccia che segue il colmo della dorsale che lentamente digrada fino a raggiungere uno slargo in riva al torrente Groina dove si trova il frequentato ristorante “Al ponte del Calvario”, che però è chiuso alla mattina. Ci troviamo proprio al centro del vallone delle Acque.
Ore 11.30  Vallone delle Acque (punto 3). Per proseguire dobbiamo risalire il versante opposto attraversando il parco Piuma. Seguendo un buon sentiero, reso più agevole da gradini e ponticelli in legno, ci innalziamo e passati accanto le strutture di un impianto di telecomunicazioni arriviamo alla massima elevazione in cui troviamo solo due case isolate. Per la discesa, ai vari incroci si prende intuitivamente (non ci sono segnalazioni), quella carrareccia che si tiene sempre in alto della dorsale. Anche qui talora il percorso può diventare un po’ difficoltoso per un solco centrale erosivo e fangoso nel caso di terreno bagnato. Ignorando tutti i bivi che ci indurrebbero a scendere, raggiungamo così un cancello (da richiudere dopo il passaggio). Il paesaggio cambia perché dalla bella ma chiusa visuale del bosco si passa alla straordinaria bellezza del Collio, che subito si rivela quando attraversando un vasto vigneto, che ci consente d’arrivare alla strada asfaltata che collega Oslavia a San Floriano. Rimandando ad altra occasione la visita al vicino Sacrario, iniziamo a percorrerla in salita. Una deviazione ci porta alla martoriata quota 172, dove sorgevano il paese e la chiesa di Oslavia, che furono completamente distrutti. In cima al promontorio dove esisteva un cimitero di guerra, ora è eretto l’obelisco detto “Dei quattro generali”.
Ore 13.00  Oslavia (punto 4). Ritornati alla strada si incontra la temuta quota 188, una volta massimo caposaldo difensivo austriaco della zona, ora solo anonima sede dl un serbatoio d’acquedotto. Giunti all’altezza della località Lenzuolo bianco lasciamo la strada principale che ci porterebbe a San Floriano e al Collio sloveno e prendiamo a destra una comoda carrareccia che scendendo ci permette di comodamente arrivare al torrente Piumizza, che oltrepassiamo grazie un ponticello.
Siamo proprio nel punto dove esisteva l’ormai smantellato valico stradale di confine fra l’Italia e la Slovenia. Se si vorrebbe cominciare direttamente da qui l’ascesa al monte Sabotino il pendio sarebbe troppo ripido. Entrati in zona slovena, percorriamo allora la strada locale di fondovalle fino a arrivare al luogo (ci troviamo vicini al paesetto di Podsabotin) dove questa incrocia la principale.
IMPORTANTE:        la nostra corriera sarà in attesa nello slargo dell’incrocio e consentirà ai più stanchi di pervenire senza fatica alla comune meta finale: il rifugio del Sabotino, in quanto esso è raggiungibile anche per via stradale, E’ una ex-caserma militare da tempo diventato  un grande, ben organizzato e piuttosto frequentato rifugio-ristorante. Essendo situato a pochi minuti dalla cima del Sabotino e i gitanti nell’aspettare l’arrivo del resto della comitiva, avranno il tempo di eventualmente salire alla vetta (35 m. disl.– and-rit. ½ ora) del monte Sabotino.
Ore 14.30 Valle del Torrente Piumizza (punto 5). Chi invece, vuole compiere la consistente salita a piedi fino al rifugio (480 m. disl.),  deve dapprima risalire per 1 km. la strada internazionale, frutto del trattato di Osimo del 1975. Poco prima dell’entrata nel tratto recintato di 2 km. che oltrepassa il territorio italano (stranezza dell’andamento del ex confine italo-sloveno), inizia, bene indicato, il sentiero di salita al monte Sabotino. Questo si tiene spesso vicino alla linea del fronte della prima guerra mondiale e adirittura adiacente al confine italo-sloveno conseguente alla seconda. Seguendo il segnavia  cominciamo a risalire il versante, seguendo il marcato sentiero, che risulta abbastanza ripido ma sempre facilmente agibile. Il sentiero ci porterebbe direttamente alla cima del monte; noi invece, giunti ad un bivio con indicazioni, prendiamo a sinistra un raccordo che ci porta alla “strada del Sabotino” e superati gli ultimi due tornanti raggiungiamo il piazzale del rifugio, dove è previsto il ricongiungimento dell’intera comitiva.
Ore 16.30 Rifugio del Sabotino (punto 6). Rifocillati e dopo aver ammirato il vasto panorama che è splendidamente aperto sull’intero Goriška Brda (il Collio sloveno), iniziamo la visita alle tante opere belliche presenti intorno alla cima. Il Sabotino essendo un baluardo  importante per la difesa dell’intero fronte isontino e di Gorizia fu teatro di terribili scontri e fuochi d’artiglieria. Con la sua caduta  (7 agosto ’16) la linea difensiva austroungarica dovette essere arretrata oltre l’Isonzo, sull’alture dirimpettaie  del Kuk, Vodice e Monte Santo e, a catena, anche sul restante  carso isontino. E’ questo un percorso di grande interesse: sul versante dell’Isonzo sono visitabili le opere austriache del primo anno di guerra, che comprendevano ricoveri, una teleferica, un deposito d’acqua  e una  galleria, ripristinata da poco e agibile al passaggio, che fora tutta la cresta. Lato rifugio si possono visitare le tre gallerie italiane collegate fra loro che sbucano, come postazioni per i cannoni, sulla parete rivolta verso l’Isonzo.
NB. Avendo tempo i gitanti potranno fare autonomamente la facile salita alla cima del Monte Sabotino (punto 7, and-rit. ½ ora)) per poter ammirare il suo magnifico panorama che si estende a 360°.
Ore 17.00  Rifugio del Sabotino. Sosta di 1 ora presso il grande rifugio (che presenta anche una raccolta museale) per festeggiare la conclusione della terza tappa della traversata che commemora il Centenario della Grande Guerra. Possibilità di usufruire in convenzione facoltativa da prenotare in sede entro venerdì 27 febbraio, di un minestrone (jota) con salciccia e pane al prezzo di € 6 (sei).
ATTENZIONE: sarà concessa ai più tenaci l’opportunità di rinunciare alla cena e continuare nel loro cammino scendendo, con un sentiero segnalato, che all’inizio è ripido ma non pericoloso, fino a giungere  alla riva dell’Isonzo in corrispondenza della stazione di San Mauro (punto 8) e poi seguire a destra la larga carrareccia che affianca il grande fiume. Dopo aver ammirato il ponte della ferrovia Transalpina e giunti all’altezza del successivo ponte internazionale, dovranno oltrepassarlo e terminare la loro camminata supplementare (totale 1 ora e ½  circa) presso l’attigua piazza centrale di Solkan.
Ore 18.00 Rifugio del Sabotino. Partenza in corriera. Si ritorna con le strade secondarie e transitati per il Collio sloveno, si  prende la nota strada internazionale con la quale si raggiunge la piazza centrale del paese di Solkan. Ricongiungimento dell’intera comitiva.
Ore 18.45 Solkan-Salcano (punto 9). Ripartenza con la corriera, con rientro in Italia attraverso l’ex-valico di S.Andrea. Percorrendo la strada del Vallone si raggiunge Trieste.
Ore 20.00 Trieste, Arrivo in piazza Oberdan. Fine della gita.

Il programma sarà strettamente osservato salvo cause di forza maggiore.
Capogita Sergio Ollivier  cell.3493413641                           con l’appoggio anche di Fabio Mergiani del gruppo Ricerche e Studi dell’Alpina delle Giulie.
La mappa è tratta dalla “carta Tabacco n° 47” di scala 1:25000

Caratteristiche dell’itinerario: si svolge su carrarecce quasi sempre agevoli; risulta impegnativa solo la salita (400 m.) al rifugio Sabotino. Consigliati i bastoncini specie nel caso di terreno bagnato.
Percorso fino al rifugio:  ore 7 di cammino  790 m. di salita, 310 m. di discesa;
Percorso fino al torrente Piumizza:  ore 5 e ½ di cammino, 310 metri di salita e discesa.


La mappa è tratta dalla  " carta Tabacco n° 54 " di scala 1: 25000



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