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IL PROGRAMMA DELLA PRIMA TAPPA DELLA TRAVERSATA LUNGO LA VALLE DELL'ISONZO - DA MONFALCONE A BOVEC-PLEZZO


“NEL  CENTENARIO DELLA GRANDE GUERRA"
TRAVERSATA IN SETTE TAPPE DELLA VALLE DELL'ISONZO
SUI CAMPI DELLE BATTAGLIE DEL PRIMO ANNO DI GUERRA
.prima tappa: DOMENICA 18 GENNAIO 2015
nel Parco Tematico della Grande Guerra di Monfalcone


L'itinerario:   Ronchi est (20 m), rocca di Monfalcone (88 m), trincea Joffre (23 m), cima di Pietrarossa (121 m), quota Toti (85 m), lago di Pietrarossa (5 m), monte Debeli (139 m), monte Cosich (112 m), strada Selz-Doberdò (52 m).


IL PROGRAMMA DELLA GITA, indicazioni e orari:                                       cliccando sui nomi in rosso si aprono i link corrispondenti
Ritrovo dei partecipanti alla gita in piazza Oberdan;
Ore 7.00 Trieste. Partenza con la corriera. Percorsa la Strada Costiera, si passa oltre Monfalcone e all’incrocio con la strada Selz-Doberdò si devia a destra. Subito dopo l’attraversamento della ferrovia, si svolta ancora a destra pervenendo al punto, occupato da un gruppo di case popolari, dove il primo rilievo carsico comincia a elevarsi dalla pianura. E’ il costone su cui si sono svolte le prime fasi della Grande Guerra (9 giugno 1915). Fu presto conquistato dagli italiani che riuscirono ad avanzare fino alle falde della cima di Pietrarossa. Gli austroungarici intanto avevano arretrato il loro fronte sul più difendibile crinale dirimpetto, composto dai monti Debeli e Cosich.
Ore 8.15 Ronchi est (punto 1). Inizio dell’escursione a piedi. Seguiamo il segnavia n° 78 detto anche sentiero dei castellieri, che suggerisce un percorso che si tiene in alto del modesto rilievo e scavalca delle piccole elevazioni, dove in antico erano eretti i castellieri della Gradiscata e Forcate. Le preesistenti trincee austriache erano state riciclate, invertendone la direzione degli appostamenti, dagli italiani. Raggiungiamo così la più consistente quota 88, tutta occupata dalla possente mole della Rocca di Monfalcone. Per millenni l’uomo ha qui costruito le sue difese più importanti: prima il castelliere, poi una torre romana a guardia della via Gemina, infine la possente rocca, che ebbe la sua massima rilevanza sotto il patriarcato di Aquileia. Passata sotto il dominio veneziano decadde dalla sua funzione dopo la costruzione (1583) della fortezza di Palmanova. Gravemente danneggiata durante la prima guerra mondiale, è stata accuratamente riedificata e affidata alla gestione del Gruppo Speleologico Monfalconese "Amici del Fante". Visita guidata all’interessante museo da loro allestito all’interno.
Ore 10.00 Rocca di Monfalcone (punto 2). Contornata la rocca, incrociamo, tralasciandola, la strada bianca che collega direttamente Monfalcone al lago di Doberdò. Continuando con una carrareccia pianeggiante perveniamo all’incrocio (quota 98) dove ha inizio della trincea Joffre, che scende in direzione della stazione ferroviaria. Era questa la seconda linea difensiva italiana e grazie ai lavori attinenti alla costituzione del Parco Tematico della Grande Guerra di Monfalcone è stata perfettamente restaurata. Si potrebbe ignorare questa deviazione ma è molto meritevole scendere, camminando, se si vuole, perfino all’interno delle trincee, incontrando così gli ingressi della grotta Vergine, adattata a ricovero, che si può visitare se si ha in possesso di una torcia.
Ore 11.00 Trincea Joffre (punto 3). Per risalire al sentiero principale percorriamo iI cosiddetto ”valloncello degli aceri” che essendo posto in posizione più protetta, era occupato dalle baracche-ricovero italiane. Incontriamo ora la ben recuperata trincea Cuzzi che faceva parte integrante della linea avanzata del fronte italiano: degli opportuni tabelloni danno utili informazioni sulle vicende storiche. Proseguiamo lungo una comoda forestale; agli incroci delle indicazioni aiutano a trovare la direzione giusta e in breve raggiungiamo la quota 121, la Cima di Pietrarossa. Per un anno è stata terreno di terribili battaglie. Soltanto con la sesta battaglia dell'Isonzo, a conseguenza della nostra conquista del monte Sabotino (9 agosto’16), gli austroungarici dovettero arretrare, qui come nel goriziano e sul San Michele, la loro linea del fronte: la zona divenuta italiana è stata poi soggetto di consolidamento e inversione delle trincee austriache. Sosta per il pranzo al sacco.
Ore 12.30 Cima di Pietrarossa (punto 4). Grazie ad un iniziale progetto europeo tutte le trincee sono state bene recuperate. Noi abbiamo modo anche di camminare al loro interno, avendo così la possibilità di osservare delle interessanti iscrizioni di guerra. Continuando con la carrareccia, avendo a fianco ancora le visitabili trincee della nostra linea difensiva, arriviamo a un incrocio detto della “selletta”. Se in ritardo, si dovrà tralasciare la deviazione che porta alla quota 85 o Toti (anch’essa aspramente contesa nel primo anno di guerra). Sulla sua sommità, in un raccolto vialetto che unisce due monumenti dedicatori, sono ricordati, impressi su cippi, i battaglioni italiani impiegati nelle battaglie. La zona, dopo l’agosto del ’16 ha costituito la massima espansione del fronte italiano, perché l’arretrata nuova linea difensiva austriaca faceva perno sul piccolo ma inespugnabile colle successivo, il Sablici. Tutte le falde della quota Toti sono disseminate d’interessanti trinceramenti e ripari che, avendo tempo, si potrebbero visitare con relativa facilità.
Ore 13.30 Quota Toti (punto 5). Ritornati alla selletta-incrocio, al bivio successivo prendiamo a sinistra la carrareccia in discesa che va a sottopassare l’autostrada. Siamo arrivati ai margini del lago temporaneo di Pietrarossa. La sua depressione ci separa dai nostri prossimi obiettivi che sono costituiti dai due monti dirimpetto, Debeli e Cosich, alle cui rispettive falde era insediata (fino all’agosto del ’16) la linea difensiva austriaca.
Ore  14.00 Lago di Pietrarossa (punto 6). La zona al momento si presenta piuttosto trascurata: in verità, d’ora in poi le trincee saranno, vista il loro biasimevole stato d’incuria, difficilmente individuabili e visitabili. Contorniamo sulla destra la depressione e poi risaliamo con la carrareccia che s’inoltra in direzione del lago di Doberdò. Al culmine della salitella, inizia a sinistra il sentiero segnalato n° 72. che noi seguiamo (esiste anche un’altro più ripido modo di salire alla sommità). Gran parte del versante sud del Debeli è stato recintato e interdetto al libero passaggio per adibirlo ad area di recupero faunistico-ambientale: ciò che ne rimane fuori è in grave stato d’abbandono e spesso i cespugli rendono una vera impresa un’eventuale ispezione alle linee trincerate.
Ore 15.00 Monte Debeli (punto 7). Seguendo il segnavia attraversiamo tutta l’allungata sommità del monte Debeli per poi discenderla al fine di pervenire a un’importante sella dove delle tabelle indicatrici suggeriscono le possibili mete da seguire. Senza possibilità d’incertezza noi prendiamo il sentiero n° 80, che gradualmente s’innalza fra la vegetazione e consente di facilmente accedere alla cima del monte Cosich, dove si notano altre postazioni belliche. Molto aperto è il panorama che spazia dalla zona dei colli visionati stamattina fino all’area portuale di Monfalcone e, a chiudere l’orizzonte, l’azzurro mare Adriatico.
Ore 15.45 Monte Cosich (punto 8). La discesa avviene in piena tranquillità: percorriamo la carrareccia che segue la dorsale occidentale e poi continua lungo la pianeggiante Costa lunga, transitando quasi a fianco delle contrapposte linee trincerate, che qui si trovavano molto vicine. Dei cipressi invogliano a compiere una breve deviazione per vedere un monumento dedicato a due eroici soldati italiani. Siamo proprio soprastanti alle cave di Selz e qui, nel drammatico primo anno di guerra, infuriavano le sanguinose battaglie. Ritornando alla carrareccia oppure anche procedendo in libertà fra la landa carsica, andiamo a concludere questa nostra prima tappa. Siamo ormai arrivati alla comoda strada che collega Selz a Doberdò dove, presso uno slargo, troviamo ad attenderci la nostra corriera. Fine della nostra escursione a piedi.
Ore 17.00 Strada Selz-Doberdò (punto 9). Partenza con la corriera. Si scende dall’altopiano, dirigendosi verso il centro della vicina Monfalcone.
Ore 17.45 Monfalcone-sede del Gruppo Speleologico Monfalconese Amici del Fante (punto 10). Grazie alla gentile ospitalità del Gruppo, la Trenta Ottobre organizzerà un rinfresco per festeggiare la conclusione della prima tappa del ciclo di sette che saranno organizzate nel 2015, a commemorazione del Centenario della Grande Guerra.
Ore 19.00 Monfalcone. Ripartenza con la corriera. Seguendo la Strada Costiera, si rientra a Trieste.
Ore 20.00 Trieste. Arrivo in piazza Oberdan. Fine della gita.

Il programma sarà strettamente osservato, salvo cause di forza maggiore.
Capogita:  Sergio Ollivier  cell.3493413641                               con l’appoggio anche del gruppo Studi e Ricerche Grande Guerra dell’Alpina delle Giulie (rappr. Fabio Mergiani)

Caratteristiche dell’itinerario:
L’itinerario si svolge essenzialmente su buone carrarecce, senza particolari difficoltà di transito. Utile il possesso di una torcia.
Ore 6,5 di cammino, km 13 circa – dislivello: salita 360 m.  discesa 330 m.


La mappa è tratta dalla  Carta Tabacco n° 47  di scala originale 1: 25000.