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1q - TRAVERSATA DA CAPODISTRIA A TRIESTE CERCANDO LA "PARENZANA"

GITA CAI XXX OTTOBRE DI DOMENICA 13 GENNAIO 2013
.DAL LITORALE SLOVENO A TRIESTE SEGUENDO ILTRACCIATO DELL’EX-FERROVIA PARENZANA

Al mattino si visiteranno i seguenti punti notevoli: stazione della Parenzana di Koper-Capodistria, Škocjan-San Canziano, Bertoki-Bertocchi (a 4 km), fiume Rižana-Risano, stazione della Parenzana di Dekani-Villa Decani, Škofije-Albaro Vescovà, Rabuiese, foce rio Ospo (a 13 km), Aquilinia (15).
Al pomeriggio si potrà compiere (facoltativo) un percorso cittadino guidato per i rioni di Trieste seguendo il più vicino oggi possibile al tracciato della Parenzana, con scelta del punto di fine gita a propria discrezione: San Sabba (19), Servola (21), Campi Elisi (23), Sant’Andrea-stazione Campo Marzio (25).
Tutta la documentazione                                                                      cliccando sui nomi in rosso si aprino i link corrispondenti
IL PROGRAMMA DELLA GITA, descrizioni e orari:
Ritrovo dei partecipanti alla gita in piazza Oberdan;
Ore 7.30 Trieste (punto a). Partenza con la corriera; entrati in Slovenia attraverso l’ex-valico di Rabuiese-Škofije, raggiungiamo la periferia di Koper-Capodistria (km. 19 da Trieste), dove è situata l’ancora integra ex-stazione della Parenzana. L’area della vecchia stazione è ora inglobata in una rivendita di materiali edili; il suo interno invece è adibito a negozio di fiori. Il tracciato della Parenzana si dirigeva verso Trieste tenendosi in riva al mare, al margine dell’attuale riserva naturale della Val Stagnon. La costruzione della superstrada l’ha cancellato fino a Bertoki e isolato (quale strada senza uscita) fino al punto (ex-fermata di Lazzaretto Risano, a 3 km. dalla stazione) dove oggi inizia la pista ciclabile.
Ore 8.15 Koper-Capodistria - ex stazione ferroviaria della Parenzana (punto 1). Inizio dell’escursione a piedi: per evitare le pericolosità del vicino svincolo autostradale e della limitrofa via Flavia (quella percorsa in auto da chi non ha la vignetta), dopo essere passati davanti all’azienda vinicola Vinakoper, prendiamo una stradina secondaria che si tiene a fianco del vasto cimitero di Capodistria e risale al colmo della dorsale, dove si trovano le case sparse e i vigneti di Škocjan-San Canziano (punto 2). Da qui si ha una bella vista circolare sul golfo di Capodistria e le colline del retroterra istriano. Sempre seguendo la poco trafficata strada locale, scendiamo alla statale che subito lasciamo per una minore che, sfiorata l’apprezzata osmizza Krmac, sfocia nella larga strada che dal litorale conduce a Sv.Anton e poi verso l’Istria centrale. Ci troviamo all’inizio del paese di Bertoki-Bertocchi (punto 3); nei pressi ci sono la pizzeria Kortina e la sede della ditta di noleggio autobus Rižana. Per mezzo di una stradina interna, attraversiamo Bertoki che, oltre a un piccolo nucleo di vetuste costruzioni, è composto di parecchie case nuove o restaurate,  raggiungendo la contigua località Lazzaretto dove, annunciata da un alto campanile, si trova l’antica chiesa della B.V. Maria Assunta. Visita all'interno della chiesa che custodisce alcuni buoni altari e degli interessanti affreschi di epoca recente.
Ore 10.00 Lazzaretto Risano (punto 4) Poco distante dalla chiesa ha inizio (segnalazione D/8) la perfettamente recuperata pista ciclopedonale che è stata ricavata dal tracciato dell’ex-ferrovia Parenzana: noi la percorreremo per 9 km. allo scopo di arrivare con essa alla foce del rio Ospo, il nostro più prossimo punto di possibile fine escursione. La pista, che è stata interamente asfaltata, inizialmente s’inoltra nella valle del fiume Risano, con amena veduta su una dorsale tutta occupata dai vigneti a destra e i molti colli (da Ancarano ad Antignano) del versante opposto. Grazie un recente ponte superiamo il fiume Rižana-Risano (punto 5); adiacenti si trovano il ristorante Turk e l’agriturismo Mlin, dove si farà la sosta-caffè. Proseguiamo e sottopassata la ferrovia Koper-Divača, indispensabile ma ormai insufficiente collegamento della Slovenia con il porto di Capodistria, la pista descrive un’ampia curva e raggiunge l’inconfondibile struttura dell’ex-stazione della Parenzana di Dekani-Villa Decani (punto 6), ora diventata una bella casa d’abitazione con giardino: il paese di Dekani si trova più a monte. Partenza dall’ex-stazione: si oltrepassa (attenzione) la strada di scorrimento che da Ankaran sale verso Kozina e l’entroterra sloveno, sfociando nel grande parcheggio di una fabbrica mobili metallici che ha cancellato il vecchio tracciato ferroviario. Al suo termine la pista riprende e sovrappassa con un agile viadotto l’importante autostrada slovena (dal ponte si ha un buon panorama sul litorale capodistriano). Continuiamo a seguire il ben risistemato tracciato che ora traversa, in leggera salita, transitando in un appartato ambiente boschivo e, guadagnata quota con un largo tornante, sfocia presso le prime belle ville che introducono al paese di Škofije, che si raggiunge. Breve sosta in un bar del centro per un ristoro.
Ore 12.00 Škofije-Albaro Vescovà (punto 7). Attraversiamo il paese seguendo l’ex-tracciato della Parenzana (qui c’era una fermata), recentemente recuperato e segnalato. Superato un ponte, l’ingombrante autostrada ci obbliga a una breve digressione che consente d’evitarla e ci porta al di là, sulla strada locale che sale verso Crevatini. La pista ora riprende evidente (segnalazione) e percorre a mezza costa un tratto quasi rettilineo che è immediatamente sovrastante all’area confinaria italo-slovena. Subito prima di un vecchio ponte in muratura, sopra il quale passa il sentiero escursionistico n° 1 che sale a Santa Barbara, si rientra in territorio italiano. Percorsa per circa 1 km. la pista ciclopedonale, che è stata da poco riattata, siamo arrivati in località Rabuiese (punto 8). Da qui però, anche a causa di sospette acquisizioni del sedime dell’ex-ferrovia (abusivismo?) da parte di due villini, il tracciato non è più percorribile. La Parenzana proseguiva in discesa e oltrepassata la strada fiancheggiante il rio Ospo, arrivava alla stazione di Muggia, ora diventata, grazie a un suo grande ampliamento, una bella casa con giardino; nelle vicinanze si trova il ristorante con alloggio “Alla stazione”. Infine, giunta alla foce del rio Ospo, lo scavalcava con un ponte un ferro. La gita evita di percorrere la strada asfaltata: si seguono invece le indicazioni di una nuova pista ciclabile, inaugurata da pochi mesi che, oltrepassata la viabilità, supera su un ponte sul rio Ospo e poi prosegue, perfettamente risistemata, lungo la sponda settentrionale del corso d’acqua, dove sono ormeggiate numerosissime barche. Il percorso, che è parecchio suggestivo, ci porta anch’esso al punto dove il rio Ospo affluisce al mare.
Ore 13.00 Foce del rio Ospo (punto 9). Qui c’è la prima possibilità di terminare la propria escursione, essendo molto vicini alla fermata del bus cittadino n° 20. La ferrovia proseguiva a monte della strada litoranea e poi raggiungeva il torrente Rosandra (nei pressi c’era la fermata Zaule) tenendosi al lato mare dell’attuale strada per Muggia, all’interno dell’area dove poi s’insedierà la raffineria Aquila. In questo tratto siamo obbligati a seguire la strada asfaltata che, lambendo dapprima la fascia costiera e poi il dismesso comprensorio petrolifero, ci conduce ad Aquilinia.
Ore 13.30 Aquilinia (punto 10). Sosta di 1 ora per il pranzo al sacco o presso la convenzionata pizzeria Aquila, dove si potrà usufruire di un primo piatto, da prenotare in segreteria entro venerdì 11 dicembre, da scegliersi fra 1) Gnocchi con gulash e pane oppure 2) Jota con 1/2 salciccia e pane all’identico prezzo concordato di €uro 5. Fine della prima parte dell’escursione (possibile punto di fine gita-bus 20).
La seconda parte della gita (facoltativa) prevede di percorrere a piedi un interessante itinerario cittadino che, tenendosi più vicino possibile al tracciato della Parenzana, si propone di far conoscere meglio, oltre ai rispettivi rioni di Trieste attraversati, il complesso sviluppo sul terreno della gran parte delle attuali linee ferroviarie che fanno capo alla stazione di Campo Marzio. Avvalendosi dei bus urbani si potrà terminare, a propria discrezione, in vari successivi punti del tragitto.
Ore 14.30 Aquilinia. Si riprende il cammino. Percorso un breve tratto della via Flavia, deviamo per la via Parlotti (suggestiva la veduta dal bordo del canale navigabile) e poi proseguiamo fino al fondo della via Malaspina (sulla destra c’è la “Trattoria al ristoro”); qui c’era la fermata di monte Castiglione. In questo primo tratto il tracciato degli attuali binari coincide con quello della Parenzana; poi però la ferrovia oltrepassava due volte la via Flavia, rientrando nell’attuale tracciato solo poco prima della risiera di san Sabba. L’itinerario propone ora di seguire l’intera via Caboto (a fianco si trova un vasto complesso di binari provenienti dal porto industriale, che poi superano il monte San Pantaleone entrando in una galleria) e indi raggiungere il Palazzetto dello sport (Palatrieste-bus 20 e altri).
Ore 15.30 San Sabba (punto 11). Seguendo la via Miani (a sinistra si nota l’uscita della galleria ferroviaria), raggiungiamo la risiera di San Sabba. Siamo arrivati al bivio con il ramo della ferrovia di San Sabba. Passando nel posteggio di un supermercato perveniamo all’inizio, situato proprio al centro dello svincolo della superstrada, della via del Ponticello, che per i gitanti è l’unica possibilità per proseguire. La ferrovia invece, nel suo percorso verso i Campi Elisi contornava alla base la collina di Servola. Raggiunta la via dei Giardini, scendiamo con essa (lambendo gli interessanti i musei del presepio e del modellismo ferroviario) fino un sottopasso della superstrada che ci consente di raggiungere la stazione di Servola, già esistente e operante al tempo della Parenzana. Impressiona la vista ravvicinata delle ingombranti e inquinanti strutture dell’Italsider. Per la risalita percorriamo la via Pitacco, che sfocia poco sotto la chiesa di Servola (altro possibile punto di fine gita-bus 29).
Ore 16.00 Servola (punto 12). Con iniziale bella vista sul golfo, scendiamo (una scorciatoia gradinata) fino all’inizio della via Italo Svevo (bus 1 e 29), che seguiamo a lungo, camminando sempre a fianco della linea ferroviaria sopraelevata che è sostenuta da numerosissimi archi. Sottostante, desolatamente degradato, è affiancato l’inutilizzato tracciato della Parenzana, che invece sarebbe molto indicato per un facile recupero a fini ciclopedonali. Oltrepassate le Torri d’Europa e il deposito della Trieste Trasporti, la ferrovia s’inoltra verso il porto nuovo entrando in una breve galleria artificiale. Siamo qui obbligati seguire la via Caduti sul lavoro che ci porta davanti alla Pam (possibile punto di fine gita-bus 8).
Ore 16.30 Campi Elisi (punto 13). Deviamo a sinistra e camminando (via San Marco) a fianco di un rilevato ferroviario (sono i binari della “Ferrovia Transalpina”) arriviamo davanti alla torre del Lloyd; una vicina passerella ci permette di scavalcare la ferrovia. Siamo in via Tartini, che corre sopra il muraglione delimitante ben quattro binari: a sinistra quelli usati dalla Transalpina (e dalla dismessa ferrovia per Erpelle), a destra ritroviamo la continuazione di quelli finora seguiti, serventi ora anche alla più recente ferrovia di circonvallazione sotterranea. Superato lo svincolo d’accesso alla superstrada triestina e al Molo Settimo, continuiamo lungo il passeggio Sant’Andrea, tenendoci sempre a monte del muraglione che delimita il Porto Nuovo, avendo l‘inconsueta visione del sottostante intrico dei numerosi binari. La parte finale è inequivocabile: superato il fabbricato di smistamento costruito sul posto dove sorgeva la primitiva stazione ferroviaria, raggiungiamo infine il nostro massimo obiettivo, la vecchia stazione ferroviaria di Campo Marzio, dove fino a 80 anni fa arrivava anche la Parenzana. La stazione, che ora è in disuso e d’incerta destinazione d’uso, ora ospita l’interessante Museo Ferroviario.
Ore 17.00 Sant’Andrea-stazione di Campo Marzio (punto 14). Siamo finalmente giunti alla nostra massima meta: il capolinea della ferrovia Parenzana. Fine della gita.

Caratteristiche dell’itinerario: si svolgerà interamente su strade e piste ciclabili asfaltate. Non occorre un particolare equipaggiamento.
Mezzi di trasporto: per raggiungere Capodistria sarà usata una nostra corriera. Avvalendosi dei bus cittadini sarà possibile, a partire dalla foce del rio Ospo (situata a 13 km. dall’inizio dell’escursione), accorciare il percorso a propria discrezione.

Il programma della gita sarà strettamente osservato, salvo causa di forza maggiore.
Capogita:  Sergio Ollivier - cell. 3493413641


La mappa con l'itinerario della gita


La mappa è tratta dalla carta slovena scala 1:50000 "Slovenska Istra"