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1-f1 * Traversata dal golfo di Trieste alla piana di Lubiana – prima tappa: da Basovizza al parco delle grotte di San Canziano

TRAVERSATA CARSICA DAL GOLFO DI TRIESTE ALLA PIANA DI LUBIANA
1a tappa: DA BASOVIZZA AL PARCO DELLE GROTTE DI SAN CANZIANO

L'itinerario: Basovizza (377 m), Grozzana (492 m), monte Goli-Golič (620 m), monte Castellaro-Veliki Gradišče (741 m), Cacitti-Kačiče (504 m), Pared (458 m), Danne-Dane (453 m), Mattauno-Matavun (399 m), visita alla grotta Michelangelo, San Canziano-Škocijan (424 m), Betania-Betanja (388 m), reception grotte San Canziano-Škocjanske Jame.

IL PROGRAMMA DELLA GITA: descrizioni e orari
Ore 7.35 Trieste, piazza Libertà. Partenza con l'autobus 39. Arrivo a Basovizza alle ore 7.55.
Ore 8.00 Basovizza (punto 1). L'escursione inizia dalla chiesa di Santa Maria Maddalena, ricostruita nel 1862 (prime notizie già nel 1336); il campanile è il più alto (36 m) dell'altopiano triestino. Si potrebbe raggiungere Grozzana percorrendo per 4,3 km. la strada asfaltata; per evitarne la pericolosità prendiamo invece una serie di carrarecce che passano vicino all'Osservatorio astronomico, il "parco degli Eroi" e l'agriturismo Horse Farm (tel. 040226901). Nell'attraversare la landa carsica, si apre una bella veduta sul golfo di Trieste e i colli che formano il gruppo del Castellaro. Trascurando la carrozzabile che sale al monte Cocusso-Kokoš e al suo rifugio, seguiamo un sentiero marcato biancoazzurro che fa parte dell'itinerario della "Vertikala", sfociando al centro dell'abitato di Grozzana; è anche fattibile un percorso più diretto. Attraversato l'appartato paese, che è posto in fondo di un'amena valle secondaria, (da notare un antico pozzo), raggiungiamo l'ultima casa in cui vive e opera la famiglia Carboni (tel. 040226403-a), che da decenni è dedita all'apicoltura: per la genuinità della loro rinomata produzione è diventata meta di molti triestini.
Ore 9.30 Grozzana (punto 2). Usciamo dal paese guidati dal segnavia biancorosso del sentiero n° 3. Si sale con una carrareccia nel bosco, che era il vecchio percorso della gente di Grozzana per recarsi nel proprio cimitero o alla sua chiesa, prima della sua totale interdizione al passaggio derivata dall'esistenza del confine con la Jugoslavia. Giunti a un'edicola votiva, si può proseguire in modo diretto per raggiungere la chiesa, ma è consigliabile invece di continuare a destra con il sentiero 3, seguendolo fino alla sua massima quota e poi con percorso intuitivo risalire il facile pendio. Varcato l'ininfluente confine (cippi), raggiungiamo la garitta militare abbandonata posta in cima al monte Goli. La deviazione ci consente di ammirare il più bel panorama offerto dalla gita, che spazia verso il mare e i due golfi di Trieste e Capodistria, le colline dell'Istria, il monte Taiano e, nelle giornate limpide, le lontane montagne alpine.
Ore 10.00 monte Goli-Golič (punto 3). L'area sommitale è stata recintata, cosa che purtroppo sta avvenendo a dismisura nel Carso triestino, per non sempre comprovate attività di pascolo. Contornando la privatizzazione, si seguono i cippi confinari, restando in alto della dorsale. All'improvviso sorprende la struggente visione dell'ancora considerevoli resti dell'antica chiesa di San Tommaso (b), importante nel passato ma ora in uno stato di avanzata rovina, che contrasta con il suo ben curato cimitero. La stradina asfaltata che sale dal paese di Verpogliano-Vrpolje, va a esaurirsi nelle vicine strutture dello "Zeleni Center" (Centro nel verde-c) che, recuperando una ormai inutile caserma militare, è stato adibito a ben attrezzata casa-rifugio, che può essere utilizzata come sede per riunioni, convegni, ecc. Si tratta di un lodevole recupero a fini socializzanti di una struttura che altrimenti, come le tante altre similari ex-caserme che sorvegliavano la linea di confine, sarebbe destinata al completo degrado. Per salire al monte Castellaro, seguiamo il sentiero segnalato che si tiene sul colmo della sua boscosa dorsale sud.
Ore 11.15 monte Castellaro-Veliki Gradišče (punto 4). E' il monte più alto della catena di alture che fanno da confine fra l'Italia e l'attuale Slovenia. Dalla cima, il panorama verso Trieste e il suo mare è negato dagli alberi e solo parzialmente lo sguardo può spaziare verso l'anfiteatro di colli che collegano il monte Nanos al Taiano-Slavnik. Discesi alla larga sella evidenziata dal passaggio di linee elettriche, seguiamo la carrareccia, che costituisce un ottimo percorso ciclopedonale, facile e senza dislivelli notevoli, che collega il rifugio del Cocusso a Cosina-Kozina. Giunti a una sella, con una breve digressione (20 minuti) i più veloci potranno visionare due casite (d) e firmare sul libro di passaggio; da rimandare invece l'interessante escursione nei tre rilievi successivi (monti Ograda, Polaušček e Bellavista-Videž). Prendiamo ora una carrareccia che scende verso la zona di Corgnale-Lokev: al primo bivio si va a destra, a un secondo (auspicabile sarebbe una indicazione) ancora a destra, per seguire il sentiero che porta a un sottopasso dell'autostrada slovena e poi finisce nella strada locale Cosina-Divaccia. Ancora un breve tratto a fianco della trafficata ferrovia che collega il porto di Capodistria-Koper a Divaccia-Divača, la località dove convergono le altre linee ferroviarie slovene, e perveniamo al paese di Cacitti. Sosta di ¾ d'ora in paese per il pranzo al sacco, oppure presso la "gostilna Godina" (tel. 0038641646297) con possibilità di usufruire, in convenzione facoltativa da prenotare e pagare in sede entro venerdì 13 febbraio, di un piatto composto di "gulasch con polenta" al costo di € 5.
Ore 13.30 Cacitti-Kačiče (punto 5). Attraversato il paese, prendiamo una stradina che dopo ½ km. tange la solitaria chiesa di Santa Maria (e). Spesso nel territorio carsico esistono queste chiese isolate che servivano, per la funzione religiosa e cimiteriale, a più paesi circostanti. Seguendo lo sterrato arriviamo alle poche case della frazione di Pared. La prima costruzione è il grande "Agriturismo Vrbin" (tel. 0038657631065), utile per un breve momento di ristoro.
Ore 14.00 Danne-Dane (punto7). Usciti dal paese, seguiamo la carrareccia che scende verso il fondo di un'evidente dolina, dove si trova un fenomeno carsico molto interessante ma poco conosciuto. Un piccolo torrente ha formato un canyon dalle pareti dirupate, che va visionato con la dovuta prudenza. La visita è molto gratificante perché permette di seguire il profondo solco formato dal periodico scorrere dell'acqua e, se con terreno asciutto, scendere fino alla grotta finale e all'inghiottitoio dove le acque s'inabissano nelle viscere del Carso (f). Desta sorpresa pure un adiacente arco naturale che collega due doline minori. E' un buon anticipo su quanto il Carso fra poco ci farà vedere: il Timavo e il magnifico parco delle grotte di San Canziano sono ormai vicini. Riprendiamo la carrareccia, un percorso molto adatto per le montain-bike: giunti a una selletta, se non in ritardo, con una breve deviazione si può andare alla non semplice ricerca dei due ingressi della "grotta delle mosche" (g), dove sono stati ritrovati reperti antichi. Scendiamo seguendo una distensiva carrareccia raggiungendo il grande complesso (ristorante, biglietteria, parcheggio) sorto come accoglimento per i tanti turisti che vengono a visitare le celeberrime grotte di San Canziano-Škocjanske jame. Da rimandare la visita guidata interna, che è facile (durata ore 1 e ½, costo € 15) ed è una delle più spettacolari visioni che la natura carsica abbia mai creato. L'odierna gita prevede invece di ispezionare un altro luogo del misterioso mondo sotterraneo formato dal fiume Timavo: la grotta Michelangelo. Il Timavo-Reka, che nasce dalle falde del monte Nevoso-Snežnik, all'incontro con la zona carsica ha scavato dapprima l'affascinante incisione della "valle dei mulini" (altro possibile, splendido percorso segnalato, della durata di 3 ore di cammino). Per sfociare nelle "piccola e grande voragine" che precedono il suo percorso ipogeo, ha dovuto forzare uno sbarramento di rocce, creando la straordinaria grotta Michelangelo, una grandiosa serpentina sotterranea di circa 300 metri, di grande imponenza e fascino. Per ragioni di sicurezza, in attesa del previsto recupero del vecchio sentiero, la visita è di solito interdetta ma, grazie alla disponibilità del personale del parco, sarà possibile percorrerne la già gratificante prima parte (facoltativo, al costo di € 2,5).
Ore 16.00 visita alla grotta Michelangelo-Jama Mahorčičev
. Inizio della visita: raggiunta l'ultima casa di Matavun (era una trattoria), in circa 10 minuti scendiamo fino all'alveo del fiume, che si oltrepassa con un ponte. Impressionante è la visione dell'entrata dell'enorme caverna e dello scorrere delle acque. Raggiunta una grande piattaforma, il sentiero, disastrato dalla forza talvolta distruttrice del fiume, attualmente non è più percorribile. Con l'aiuto di fondi europei, è previsto un suo prossimo ripristino (interessato anche un successivo ponticello), che permetterebbe la possibilità di seguire integralmente il corso del fiume Timavo, proponendo un percorso di valenza geologica e interesse turistico più che eccezionale. Dallo spiazzo si potrà tornare sui propri passi oppure salire per un'inquietante uscita secondaria, facile ma resa un po' faticosa da un breve ma ripido ghiaione: ritornati all'esterno, il sentiero continua a salire, con vista sempre più aperta e sfocia poco sotto il paesino di San Canziano, che si raggiunge. Riunificazione della comitiva.
Ore 17.45 Mattauno-Matavun (punto 11). E' prevista una sosta di ¾ d'ora presso il ristorante "Pri Jami" (tel. 00386576322961) per festeggiare la conclusione della gita, con possibilità di usufruire in convenzione facoltativa, da prenotare e pagare in sede entro venerdì 13 febbraio, di un primo piatto composto di un tris di assaggini di tradizione locale, al prezzo di € 6.
Ore 18.30 Mattauno-Matavun. Partenza con la corriera per il viaggio di rientro a Trieste.
Ore 19.15 Trieste. Arrivo in piazza Oberdan. Fine della gita.


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